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PRODOTTI TIPICI DELLA SARDEGNA
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La salsiccia sarda, è un salume stagionato ottenuto da carni suine fresche, consistenti e di qualità. E composto di un giusto equilibrio di parti grasse e magre aromatizzate. Il prodotto si presenta con forma tipo ferro di cavallo.
Dominata da enormi pascoli e da una tradizione millenaria per allevamento e pastorizia, la Sardegna è una regione con una grandissima produzione di salumi e insaccati. Tra i più tradizionali vi è proprio la salsiccia stagionata che è considerata il salume sardo per eccellenza, è venduta con pezzatura media unitaria di circa 400/550 g e consumata come un qualsiasi salume.
La temperatura media di conservazione varia da +1° a +7 °C. Oltre che stagionata la salsiccia può anche essere anche consumata fresca cotta arrosto o utilizzata come componente di altre pietanze e sughi tradizionali.
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Quando si parla della storia del pecorino sardo, si parla di popolazioni Nuragiche, quindi molto antichi che già all’epoca erano stanziali e vivevano di agricoltura e pastorizia.
Basti pensare che nel Settecento, notizie storiche riportano che la produzione del pecorino sardo si divideva in diverse tipologie denominate i Bianchi, i Rossi Fini, gli Affumicati, la Fresa e lo Spiatatu. Tra questi, il Rosso Fino e l’Affumicato possono essere considerati i progenitori del Pecorino Sardo, permangono ancora nella tradizione casearia e sono protetti dal marchio DOP.
Di pecorini ne esistono tantissimi, classici e di diverse stagionature, ma anche aromatizzati alle erbe, al peperoncino, al tartufo, allo zafferano o avvolti nelle foglie di noce.
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Per ritrovare quelli storici e tradizionali dobbiamo rivolgerci ai Prèsidi riscoperti dall’associazione Slow Food che salvaguarda la gastronomia “in via di estinzione”. Prendete quindi nota di queste chicche appartenenti al patrimonio caseario della Sardegna:
Nella sua semplicità può esser gustato semplicemente accompagnato dal croccante Carasau o dal gustoso Guttiau, oppure può esser accompagnato da un filo d’olio o da olive sarde che ben bilanciano la sapidità della pasta del formaggio e richiamano quei sentori vegetali di erba e pascoli.
Di grado molto più raffinato l’abbinamento al miele oppure l’accompagnamento alle fave, mangiate crude sbucciate o ridotte in golosa purea. Immancabile co i primi piatti e da il tocco finale poco prima di servire un piatto di malloreddus, di ravioli o di zuppe e minestre. Ma diventa anche ghiotto ripieno di paste e sformati.